mercoledì 22 agosto 2012

COME SIAMO ARRIVATI A QUESTO?

Poco tempo fa è uscito un articolo:
che è stato ripreso nel forum di Fegiz nel sito Corriere.it:

Venerdì, 27 Luglio 2012
E adesso come la mettiamo?
La musica pop? «Tutta uguale e sempre più rumorosa»
Analizzate le canzoni registrate tra il '55 e il 2010: si ripetono sempre più le stesse combinazioni di note
La musica pop: «Tutta uguale»
La musica pop, secondo una recentissima analisi scientifica, sarebbe «tutta uguale». Potrebbe sembrare un'affermazione semplicistica e generalista, ma una ricerca spagnola ha dimostrato che dietro questa frase esiste una base scientifica.
LA RICERCA - Secondo quanto riportato dal NME, un team ha analizzato accuratamente l'archivio Million Song Dataset, che contiene tutte le canzoni pop registrate tra il 1955 e il 2010. Dopo aver applicato all'elenco alcuni algoritmi matematici, i ricercatori hanno scoperto che, per quanto riguarda gli accordi e le melodie, le canzoni pop sono diventate «meno variegate». Anche se «intrinsecamente più rumorose».
L'OMOLOGAZIONE DELLA MUSICA - Di solito si liquida la questione con il fatto che «le note sono sette». Ma di fronte a infinite combinazioni la scelta cadrebbe sempre sulle stesse. «Abbiamo trovato le prove di una progressiva omogeneizzazione del discorso musicale» [*] , ha spiegato Joan Serra del Consiglio Nazionale di Ricerca Spagnolo. Parlando proprio di accordi e melodie «è costantemente diminuita, negli ultimi 50 anni, la varietà delle combinazioni delle note».
VOLUME IN AUMENTO - Allo stesso tempo però è emerso un altro aspetto, chiamato «rumorosità intrinseca», che è aumentato: se questo valore, che esprime l'intensità con cui un brano è stato registrato, è maggiore, ascoltando due canzoni allo stesso volume, una delle due risulterà più 'rumorosa'.
Ai post l'ardua sentenza.

Bene, dopo aver letto tutto questo, si analizzano alcuni punti con metodo, diciamo, scientifico:

Sabato, 28 Luglio 2012
Il pop pt.1 e pt.2
Certo, è stato fatto un esame su accordi e melodie... ma è stato fatto su come venivano suonati, con quale strumento e con la voce di chi? L'arrangiamento, l'orchestrazione, insomma. O sono cose inarrivabili o inesistenti? O non alla portata di questi scienziati?
In uno dei commenti all'articolo si menzionano le "boy band", ricordo che lo erano pure, senza essere state etichettate come tali, i Jackson, gli Osmonds e, in parte, la Boone Family e queste hanno fatto la storia, mica erano fantocci.
O per voi una canzone cantata da chiunque o suonata da una tastiera elettronica o da un'orchestra fa lo stesso?
Inoltre, se si esamina un sito come questo:
http://www.popculturemadness.com/Music/Charts/1970.html
oltre ad essere più variegato, come già detto in altra parte, il pop è meno giovanilistico ed esibizionistico-plastificato (puntato più all'immagine) pur piacendo ai 15-25 enni di qualche decade fa.

Domenica, 29 Luglio 2012
Scienza e didattica.
Vorrei riprendereil discorso su quella (risibile) analisi scientifica sulla musica pop.
Ho sottomano un libro di testo attualmente in uso dagli alunni di scuola media. A parte il fatto che da nessuna parte è menzionato il sentimento e la timbrica, se non, per quest'ultima caratteristica, per differenziare il suono di una chitarra da un organo a canne... capirai!!!...
Ci sono però dei passaggi, delle parti che, andando indirettamente più nel profondo della timbrica - sconfinando nell'emotività, menzionano dei dispositivi che arricchiscono le già particolari timbriche di alcuni cantanti e di alcuni strumenti suonati da musicisti. Questi sono l'overdrive, il distorsore, il phaser, il flange, il chorus.
Se la musica pop è sempre più scialba (anche senza ricerca scientifica), a cosa servono tutti questi aggeggi, a cosa servono addirittura gli studi di registrazione pieni di apparecchiature costose? E' sufficiente spendere 400 euro per tastiera, chitarra, registratore e impianto stereo; l'importante è rispettare lo spartito.
Certo, ma lo spartito dice solo la sequenza di note che sono state fatte - da riprodurre in un secondo tempo, non la grandiosità dell'essere state create e in quel preciso modo.
Una piccola parentesi sull'impianto stereo sopra menzionato: sulla copertina del libro c'è una ragazzina con un walkman e un paio di cuffie; all'interno, un disegno di due ragazzini che ascoltano da un radioregistratore (all'incirca, nella realtà, una cosa del genere al prezzo di 70-80 euro), sulla pagina vicina, un disegno di un ragazzino con una cuffia che piange ascoltando non so cosa. Le pagine in questione sono contenute nel capitolo "Impariamo ad ascoltare", e ci sono delle indicazioni molto dettagliate con un'analisi molto profonda su tale processo educativo, però non riguardo agli apparecchi per ascoltare. Non dico di avere un impianto da decine di migliaia di euro, ma 1000 euro per un più efficace e dignitoso impianto, si potrebbero spendere.
La scienza, e non solo, sancirebbe la pericolosa abitudine all'esecuzione senza anima di strumentazioni standard e di voci piene: è come se tutte le canzoni "dovessero" venir cantate da un/una corista dell'orchestra di "Ballando sotto le stelle" con una chitarra e tastiera economica.
L'impeto di un Claudio Villa non servirebbe più, basterebbe un falsetto da tenore surrogato, la nota è sempre quella. Non si avrebbero più i "Meraviglioso" di Domenico Modugno, la "bbambola" di Patty Pravo (la storia dovrebbe conoscerla, Fegiz), il "ho la testa ovattata" di Gaber e chi più ne ha più ne metta. Per quanto riguarda la musica ci ritroveremo da subito ad avere le versioni originali come oggi abbiamo le basi da karaoke o quelle in midifile a basso costo.
Quindi servirebbero dei "capitoli" in più per quella timbrica di cui non si è mai parlato negli ultimi decenni e per gli apparecchi d'ascolto.

Ora, già abbiamo avuto:
La mazzata molto oggettiva della teoria del plugging di Adorno (un brano musicale raggiunge il successo con più facilità se viene fatto ascoltare, e quindi viene accettato, ripetitivamente, anche per motivi speculativo-economici);
se poi ci aggiungiamo (cose che vedremo in seguito):
  • le politiche di comodo nel bloccare certi dischi nel mercato e nei grossi centri vendita a favore di altri. Prova è, quando si richiede un CD non presente sullo scaffale, una presunta impossibilità di farlo arrivare, oppure un categorico e xxx rifiuto dato che è la sede centrale che decide quali dischi mettere sullo scaffale
  • l'avvenenza di ormai tutti gli esecutori (mettento in secondo piano la qualità musicale e sonora)
  • la censura a determinati messaggi particolarmente scomodi
se pure la scienza si mette a fare discorsi in modo molto superficiale (tanto a poco a poco lo siamo diventati tutti) si deduce che sussiste un nuovo plugging più subdolo e "strafottente".
Siamo portati a peggiorare da tutte le parti:
  • il commercio globale che non è mica tanto globale;
  • la musica è bella, cioè valida - di qualità, solo se il video è bello, o meglio “strafigo”, nel senso del solo messaggio visivo;
  • se si va contro il pensare comune, indotto a favore delle multinazionali discografiche e del commercio elettronico (strumenti di ascolto di massa, i cosiddetti stereo) che tende a portare verso il basso certe capacità analitiche.
Insomma, per quanto riguarda la musica, non siamo più capaci di parlarne, figuriamoci ascoltarla, e dal forum di Fegiz non c'è nessun segno di miglioramento (di sicuro si ritornerà a parlarne commentando altri esempi).




[*] Se c'è stata l'omogeneizzazione, malgrado l'infinita varietà di combinazione delle sette note, loro (gli scienziati) si sono presi la briga di proporre combinazioni inedite o perlomeno quelle meno usate per creare un nuovo brano trovando anche lo stile più appropriato? Dove è questa parte di ricerca?


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